Per tutti gli occhi
ROMA – Gislero Grechi: il dottore con il suo importante brevetto
Intervista di Paola Pacifici
Dottore, specializzato in oftalmología?
Si. Nel 1989 alla Scuola di Specializzazione in Oftalmologia diretta dal Prof. M. R. Pannarale della Clinica Oculistica dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Una grande attività di ricerca nel campo del glaucoma con l’applicazione della sostanza citicolina, cioè?
Fin dall’inizio della specializzazione ho avuto l’opportunità di dedicarmi alla ricerca farmacologica oculare, in particolare nel campo del glaucoma, con gli unici due farmacologi oculari italiani il Prof. M. Virno e J. Pecori Giraldi che dirigevano il laboratorio di Fisio-farmacologia oculare della Clinica Oculistica. Questa collaborazione è durata molti anni e mi ha portato a produrre numerose pubblicazioni e a frequentare moltissimi congressi nazionali ed internazionali. Riguardo la Sua domanda sulla citicolina questa fu un’intuizione del Prof. Virno e presentammo per la prima volta i risultati dell’utilizzo di questa sostanza nel glaucoma nel 1988 al congresso dell’European Glaucoma Society ad Estoril in Portogallo. Si tratta di un fosfolipide che aiuta la membrana neuronale ed è quindi utile nella protezione degli assoni del nervo ottico. In precedenza era usata in neurologia per i traumi cranici e le demenze senili. Il suo uso in oculistica ha rappresentato la possibilità nel glaucoma di proteggere il nervo ottico e quindi il campo visivo (neuroprotezione) non limitandosi soltanto a ridurre la pressione oculare con i colliri. A tutt’oggi la citicolina è molto usata per la neuroprotezione del nervo ottico nel corso della malattia glaucomatosa.
Lei è socio della SOL?
Si.La Società Oftalmologica Lombarda. Lo sono stato nel passato. Nel 1985, appena laureato, ricevetti il premio SOL – Allergan per i giovani insieme ad un collega.
La Tomografia Retinica è?
La tomografia retinica è uno strumento innovativo e tuttora in evoluzione che permette di esaminare il polo posteriore dell’occhio, dove sono presenti importanti strutture visive (macula, papilla ottica) generando immagini in sezione cioè tomogrammi della retina. Con questo esame si ottengono scansioni per la diagnosi e monitoraggio di molte malattie retiniche e della macula non diagnosticabili in altro modo. Non richiede il contatto dello strumento con l’occhio del paziente, non utilizza radiazioni dannose e non richiede nessun mezzo di contrasto endovenoso. Quindi non è invasivo, è ripetibile e si ottengono immagini simili ad una biopsia chirurgica. Una recente evoluzione della tecnologia OCT è l’ANGIO-OCT cioè l’angiografia tomografia a coerenza ottica. Nuovissimo esame di diagnostica oftalmologica dyeless cioè senza contrasto endovenoso serve a visualizzare sullo schermo la circolazione retinica secondo tutta la sua stratificazione con elevatissimo dettaglio delle immagini e ad evidenziare la presenza di vascolarizzazioni patologiche, altrimenti non visibili, che sono l’espressione di gravi malattie maculari e retiniche. La possibilità di eseguire l’esame senza il mezzo di contrasto endovenoso lo rende fattibile praticamente a tutti quindi anche a pazienti allergici, diabetici avanzati, nefropatici, cardiopatici, giovanissimi, anzianissimi.
Come è cambiata la medicina oculistica e l’oculista?
La medicina oculistica è sempre più aiutata, in tutti i suoi settori da strumenti tecnologici innovativi, purtroppo spesso molto costosi, che negli ultimi 30 anni hanno raggiunto la loro maturità e così l’oculista oggi è in grado di risolvere problemi clinici e chirurgici una volta irrisolvibili.
Quali sono oggi le tipologie più comuni?
È difficile risponderLe. Comunque con l’allungarsi della vita media dopo la cataratta sono più frequenti le maculopatie. Anche la miopia sembra essere in aumento come frequenza.
I suoi clienti sono più donne, più uomini e i giovani e chi viene “colpito “ di più e perché?
In effetti l’oculista “vede” pazienti di tutte le età dal neonato all’ultracentenario con un discreto bilanciamento tra maschi e femmine. Direi che le donne sono più attente alla loro salute oculare e chiedono più spesso di essere visitate. Però inutile dire che l’età avanzata esponga maggiormente tutti, indipendentemente dal sesso, a necessitare delle cure dall’oculista.
Si dice che a 40 anni servono gli occhiali, perché?
La necessità di occhiali per vedere da vicino si chiama presbiopia ed è dovuta alla minore capacità del cristallino di modificare la sua forma quando leggiamo. È legata all’età e ci sono diverse teorie per spiegarla ma nessuna conclusiva. Comunque la necessità di occhiali per vedere da vicino si è spostata in avanti, verso i 50 anni.
Lei dottore porta gli occhiali?
Non, non ne ho bisogno.
Ma oltre ad essere un importante e conosciuto oculista su Roma è anche “l’ideatore” di un importante brevetto?
La ringrazio. Si. Ascoltando in tanti anni le frequenti difficoltà dei pazienti ad instillarsi le gocce di collirio e conoscendo l’importanza per certe malattie, ad esempio il glaucoma, di mettere bene i colliri per ridurre la pressione oculare e per non perdere campo visivo, ho sviluppato un innovativo dispositivo medico che facilita e rende più sicuro l’atto di mettersi le gocce. Abbiamo iniziato quasi come un passatempo e poi però abbiamo ottenuto il brevetto Europeo EPO (European Patent Office) a Monaco di Baviera e dopo alcuni mesi anche il brevetto internazionale PCT (Patent Cooperation Treaty) in 152 paesi entrambi con il massimo della valutazione anche per quanto riguarda l’industrialita’.Tale brevetto è protetto fino al 2040. Questo nuovo tipo di boccetta facilita l’instillazione poiché si poggia sull’occhio chiuso, è sufficiente una sola mano, il farmaco entra meglio nell’occhio, riduce gli sprechi, impedisce contatti accidentali e dolorosi con il bulbo e la contaminazione del contenuto.Tutto questo migliora l’aderenza alla terapia, semplifica la procedura e può far risparmiare farmaco.
INTRODUZIONE AL BREVETTO PER INSTALLAZIONE FACILITATA DI UN COLLIRIO
L’innovazione del presente brevetto mira a semplificare l’atto di instillarsi un collirio. Difficoltà nell’esecuzione di questa procedura sono molto più comuni di quanto non si pensi (anziani, invalidi, bambini). Manovre bimanuali incongrue ed improvvisate possono causare inconvenienti che vanno dallo sgocciolamento sul viso o sui vestiti fino a colpirsi con il beccuccio della bottiglietta causando dolorose abrasioni corneali, passando per il fatto di una mancata o parziale esecuzione della terapia e al consumo eccessivo del farmaco. Una semplice modifica alla classica boccetta morbida ed in materiale plastico consente con il movimento di un solo braccio (come quello di portare un bicchiere alla bocca) e con una leggera inclinazione del capo all’indietro di poggiare due morbide alette sulle palpebre chiuse che (come nella descrizione dei disegni allegati) apriranno le palpebre in modo sincrono con l’uscita del collirio dal beccuccio, utilizzando lo stesso gesto e la stessa pressione che si esercita quando si instilla un odierno collirio.
I vantaggi della suddetta innovazione sono i seguenti:
1 – facilitare l’installazione e renderla un atto standardizzato e rassicurante;
2 – poter utilizzare solo una mano;
3 – eseguire bene la terapia;
4 – ridurre gli sprechi di collirio;
5 – evitare di farsi male con il beccuccio del collirio perché le alette estensorie ne prevengono il contatto;
6 – modernizzare una procedura terapeutica rimasta la stessa per troppi decenni;
7 – essere una modifica di basso costo produttivo che non ricorre a costosi sistemi elettronici o digitali.