ITALIA – La Presidente Valeria Bettiga con “La Porta dell’Umbria”

GUBBIO – Per la promozione culturale e turistica di Gubbio

Intervista di Paola Pacifici

Presidente, una vita ricca di diverse ed interessanti esperienze lavorative, quale quella che ti è più vicina e che è la più significativa?

Direi che non posso rispondere con una sola esperienza. Pur essendo attività molto diverse sono state tutte in campi di mio grande interesse, mi hanno permesso una crescita professionale, non solo rispetto al mio ambito di riferimento  e alle mie passioni, ma più in generale rispetto alla capacità organizzativa, al lavorare in team, al gestire contemporaneamente diverse situazioni, e sono state tutte esperienze importanti per una mia crescita personale. Così ho imparato  a essere “elastica”, ad ascoltare, a comprendere che qualsiasi collega o cliente può essere fonte di importanti contributi, lavorativi e personali. Sicuramente l’attuale attività è la somma di quanto ho sempre amato, studiato e imparato nelle varie attività precedenti: il lavoro con terra ed animali, il turismo, l’arteterapia….ora posso finalmente unire il tutto e continuare ad esplorare!

Ti sei anche iscritta alla “arteterapia” che cos’è?

L’arteterapia è storicamente la prima delle tecniche terapeutiche non verbali, utilizzata attualmente in numerosi settori di intervento, da quelli più prettamente terapeutici fino all’area benessere. In A.T. il rapporto fra utente e conduttore e fra utente e disagio/benessere è mediato dall’oggetto artistico prodotto: esprime il mondo interno oltrepassando le difese della mente, senza necessità di parole, ponendosi quasi come barriera/difesa fra il produttore ed il mondo, ma esprimendo comunque parti profonde ed essenziali dello stesso. Richiede una partecipazione attiva dell’utente che può fissare tramite il prodotto sensazioni, emozioni e vissuti..Potremmo dire che l’arteterapeuta è, come i materiali artistici, convenzionali e non, il mezzo per fare affiorare quanto giace nei “cassetti nascosti” dell”utente. E’ l’utente stesso che, quando è il giusto momento nel suo percorso, vede, accoglie e agisce su quanto ha comunicato con l’arte. Ogni volta, con utenze differenti, resto io stessa meravigliata dalla forza e dalla delicatezza di questa tecnica.

Considerando la tua personalità non poteva mancare la “politica”. Che cos’è la politica per te?

Sono cresciuta in una famiglia che era un porto di mare: chiunque avesse bisogno arrivava nella nostra casa. Con tanti amici di famiglia di età, estrazione sociale e anche nazionalità diverse. Fin da piccola ho partecipato a  “dibattiti politici di fine cena”, a iniziative e progetti nel sociale. La mia base politica nasce lì: credo che la politica, di qualsiasi colore, dovrebbe essere a servizio della gente, del lavoro, della difesa del  nostro pianeta.

Adesso sei la Presidente della “Porta dell’Umbria”, quale sono le finalità di questa associazione?

Siamo, prima di tutto, un gruppo di amici che qui vivono e lavorano. Un giorno ci siamo guardati attorno e abbiamo capito che era il momento di dare una forma alla nostra spontanea, preesistente rete solidale e alla nostra voglia di fare, così abbiamo pensato a costituirci in un’associazione. La Porta dell’Umbria nasce  con l’obiettivo di dare vita a una rete di promozione culturale e turistica di Gubbio e del suo territorio. Ci proponiamo di promuovere e rilanciare il nostro territorio e in particolare il tratto di cammino che da Gubbio porta ad Assisi, raccontando i luoghi, i saperi, le tradizioni e l’arte dell’accoglienza a conduzione familiare, da sempre dedicata e attenta al turismo responsabile. La nostra idea di promozione turistica è forse atipica, direi dal basso e complementare: preservazione e miglioramento del nostro territorio naturale , attraverso la divulgazione e la promozione di pratiche ecocompatibili, riscoperta , ascolto e attività di coordinamento  e promozione delle micro attività tipiche e tradizionali, quali artigiani, aziende agricole ed agroalimentari; progettazione di circuiti di visite ed esperienze, promozione di attività di rete fra le diverse realtà economiche e progetti per interventi a sostegno della microconomia locale. Tutto questo ci permette, già ora, ma soprattutto a lungo termine, di avere un prodotto culturale e turistico di eccellenza, da promuovere ed offrire a chi vuole visitare la nostra terra: natura incontaminata, reti di servizi, prodotti enogastronomici a km.0 di eccellenza.

La tua attività quindi si svolge in Umbria, “ la verde Umbria”, terreno adatto per l’agriturismo?

Qui abbiamo trovato tutto quanto avevamo iscritto nel nostro progetto.  Un agriturismo deve essere parte integrante di un’azienda agricola,  per noi questo era fondamentale. Il nostro podere ha terreni diversificati, questo ci permette varietà di produzioni; la valle è naturale ed incontaminata, garanzia per dei prodotti “puliti” dalla chimica. Siamo sul sentiero francescano percorso dai pellegrini, immersi nella natura silenziosa e rigogliosa, il panorama è spettacolare. Ci sono voluti due anni di ricerca prima di trovare questa valle, ma sono stati sicuramente ben spesi! Pensa che, appunto dopo due anni, non trovando quello che noi avevamo in mente, stavamo per abbandonare il progetto. Il viaggio a Gubbio era deciso come l’ultimo: o si trova o basta… e siamo arrivati qui!

Chi sono i vostri clienti e che tipologia hanno?

Abbiamo clienti molto diversi: pellegrini, coppie, famiglie, italiani e stranieri (soprattutto USA, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Spagna). Questa diversità di ospiti è direi un valore aggiunto del nostro agriturismo: si incontrano, chiacchierano in giardino, cenano assieme al grande tavolo in sala o in giardino, e a fine vacanza sono amici.

Che cosa vuole oggi il turista e come è cambiato?

I nostri ospiti cercano in particolare la tranquillità, la pace ed il silenzio della natura. Capita spesso che arrivino con un fitto programma di visite in giro per l’Umbria e, dopo qualche giorno, decidano di “rallentare”, dedicare più tempo a passeggiate in valle e riposo in giardino, prendere tempo per rigenerarsi. Abbiamo una convenzione con una massaggiatrice olistica ed è un servizio molto apprezzato e richiesto. Certo amano visitare e conoscere i luoghi storici e d’arte, ma sempre più spesso abbiamo richieste per indicazioni in merito alle tipicità della nostra zona: artigianato e prodotti enogastronomici in particolare. C’è molta attenzione al naturale, al km.0, al prodotto artigianale.

Quali sono i rapporti con le autorità locali e regionali?

Il comune di Gubbio sta riservando un particolare ascolto alle nostre proposte, ha accolto nostri suggerimenti, sosterrà la prima edizione dei 10 Maestri, una rassegna culturale di Arti e Mestieri con percorsi tra città medievale e campagne, attraverso visite ed esperienze accompagnate, autentiche. Abbiamo mantenuto un contatto stretto e proficuo durante lemergenza e collaborato alla stesura dei programmi estivi oggi, nonostante tutte le difficoltà del momento, vediamo i frutti di questa sinergia, diffusi sul terriotrio con la partecipazione di tanti attori diversi, così come era nostro desiderio.

Presidente , state aspettando il riconoscimento ufficiale di “ fattoria sociale”, cioè?

La fattoria sociale, come l’attività ricettiva, è una delle possibili attività correlate all’agricoltura attuabile in una azienda agricola. Si riprendono gli antichi principi e valori della cultura  contadina: collaborazione, aiuto reciproco, uniti alla valenza, anche terapeutica, del lavoro della terra e con gli animali. Quale fattoria sociale potremo attuare dei progetti di intervento nell’ambito sociale.

L’agriturismo in Italia è un agriturismo europeo?

In generale direi proprio di sì. L’attenzione e la cortesia nell’accoglienza sono un tratto caratteristico da sempre, credo insito nella tipologia: un imprenditore agricolo che decide di dedicarsi anche alla ricettività lo fa proprio perche ama incontrare ed accogliere nuove persone e dar loro la possibilità di “vivere” la campagna. Molte strutture stanno sempre più ponendo attenzione alla ecosostenibilità aziendale e di produzione, alla promozione di un turismo lento e sostenibile, a costruire reti con le realtà del territorio. I nuovi agriturismi, soprattutto quelli a gestione “giovane” nascono proprio seguendo queste linee

La vita campestre cosa  significa per  noi che oggi viviamo una vita frenetica?

Riappropriarsi, piano piano, giorno per giorno, dei ritmi naturali, di quel tempo solitamente distorto dalla vita frenetica, riportare l’attenzione su sé stessi, su amici e famiglia, dedicarsi a sé stessi.