Alessandro Butticè e le elezioni europee
Intervista di Paola Pacifici
BELGIO – “L’Italia e l’Europa”
Il suo libro “Io, l’Italia e l’Europa” sta avendo grande successo in tutta Italia ed in Europa, contribuendo a capire l’Europa.
Si, sta avendo un successo superiore alle aspettative. Le sale di tutte le presentazioni, a Bruxelles, Roma, Vibo Valentia, Spadafora e Castelvetrano erano gremite da pubblico molto interessato al patriottismo italiano ed europeo. Mi aspetto stessa affluenza alle presentazioni in programma a Genova, Lamezia Terme, Firenze ed in Emilia Romagna. Sono stato molto colpito, soprattutto dai ragazzi dei licei scientifici di Vibo Valentia, Spadafora e Castelvetrano, che mi hanno dato una grande testimonianza di speranza. Oltre che di qualità della scuola pubblica italiana anche in regioni, per certi versi complicate, come la Calabria e la Sicilia. Significativo il fatto che, a Castelvetrano, vecchia patria del boss mafioso Matteo Messina Denaro, la presentazione sia stata organizzata di gestori di un complesso commerciale, Belicittà, confiscato alla mafia.
Mancano pochi giorni per le elezioni europee 2024. Sono molto importanti perchè?
Sono importantissime perché l’Ue, ed i suoi stati membri, vivono il periodo più drammatico della costruzione europea. Con una guerra alle nostre porte, un dopo pandemia che ha lasciato i segni, ed una crisi economica epocale. L’Europa è la nostra Patria, assieme alle nostre patrie nazionali, regionali, comunali. I cittadini devono rendersene conto. E devono andare a votare per contribuire all’idea di Europa che vorrebbero. Si possono mettere in discussione le politiche ed i politici europei, e nazionali. Non si può mettere in discussione l’unità europea, come non può mettersi in discussione l’unità nazionale. Farlo significa essere senza cervello. E chi lo fa, non può, nel 2024, definirsi un patriota e dire di tenere a cuore l’Italia e le sorti degli italiani.
Dalle ultime europee come e cosa è cambiato in Europa?
Tanto. Abbiamo avuto la pandemia ed una guerra sanguinosa in Europa e nel vicino Oriente, con la minaccia nucleare incombente. Inoltre sono cresciute le sfide che provengono da giganti economici, geografici e militari come la Cina, ad esempio.
Cosa vuol dire “essere europeisti” o come si diventa?
Vuol dire rendersi conto che non c’è certezza oggi per il nostro futuro. Ma che c’è la certezza che, fuori dell’unità europea, non c’è futuro per il nostro Paese. Come per qualunque altro Paese europeo. Compresa la grande, ma piccola, rispetto al resto del mondo, Germania. Significa riconoscere che sono molto più le cose che uniscono gli europei di quelle che li dividono. Che non sono più di quelle che dividono un friulano da un sardo, un piemontese da un siciliano, un veneto da un calabrese. Vuol dire essere coscienti che solo uniti, possiamo sperare di continuare a mantenere il nostro stile di vita, le nostre libertà individuali, la nostra sicurezza. Uniti nelle nostre splendide diversità, che fanno la ricchezza dell’Unione europea.
Secondo Lei, qual’è la nazione più europea?
Europee lo sono tutte. Perché tutti i 27 fanno parte dell’Europa. Nell’autunno 2023 è stato fatto il 100º sondaggio Eurobarometro standard. In sintesi ne esce una percezione positiva dell’UE in quanto il 70% dei cittadini considera l’Unione europea un luogo di stabilità in un mondo in difficoltà e il 61% è ottimista sul futuro dell’UE. La percezione più positiva dell’Ue, secondo il sondaggio, ce l’hanno i portoghesi (oltre il 90%) , seguiti da polacchi e danesi. L’Italia é scesa al 20° posto, con il 69% dei consensi.
I giovani e l’ Europa? E le donne in Europa?
I giovani beneficiano da tempo dei vantaggi dell’Unione europea. Possono muoversi liberamente in tutto il suo territorio. Per studiare, lavorare, o semplicemente viaggiare. Godendo di ampie libertà individuali e rispetto della loro cittadinanza. Le donne godono di una protezione di genere tra le più elevate al mondo. Se non vogliamo limitarci a vedere solo la parte vuota del bicchiere.
Cosa deve migliorare l’Europa, cioè in cosa debbono cambiare i Paesi che la compongono?
Deve migliorare innanzitutto la sua comunicazione. Deve essere capace di mostrare che il bicchiere non è solo mezzo vuoto. Ma Europa significa anche Stati Membri. Non si può continuare a sparare sul pianista. Perché è un ologramma. Sparando sul pianista, l’Europa, spariamo su noi stessi. Ed il dito sul grilletto è guidato spesso da chi non ha interesse ad un’Europa unita e forte. Bisogna poi abbandonare le decisioni all’unanimità per andare verso una maggioranza qualificata. I processi di decisione europei non sono più adatti ai tempi.
L’Italia e l’Europa, quanto Europa c’è in Italia, ce ne deve essere di più e come?
C’è già tanta Europa in Italia. Ma ce ne accorgiamo solo per le cose che non ci fanno piacere. Dimenticandoci, come dell’aria finché respiriamo senza difficoltà, delle tante libertà che ci ha concesso. Come viaggiare, studiare, lavorare, curarsi e vivere in qualsiasi paese dell’Ue liberamente. O una tutela dell’ambiente che prima non conoscevamo in Italia. Senza contare vantaggi economici, come la riduzione del 90% delle tariffe telefoniche, l’eliminazione del roaming, e tante, tante altre cose che diamo per scontato e che scontate non sono. Sono solo merito dell’unità europea.
Cosa significa oggi l’Europa verso il resto del mondo nel sociale, culturale, economico e come sarà?
Significa un faro ed un luogo sognato per la gran parte dell’umanità. L’enorme immigrazione verso l’Europa dovrebbe esserne la prova.
Perché votare?
Perché, come credo abbia detto Roberto Benigni, “chi non sceglie rinunciando al voto, lascia il potere alla folla. E la folla sceglie Barabba… sempre”. Invito quindi tutti a non disertare le urne in questo importantissimo appuntamento per la storia europea.