Page 4 - IL GIORNALE ITALIANO Num. 88/2014
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mento di adeguate garanzie di sicurezza. D’altro canto il governo di Washing- e l’entità delle risorse che la Marina Militare poteva mettere a disposizione per ton, fortemente interessato a mantenere le proprie basi nella penisola, allentò i migliorare le capacità d’intervento dell’alleanza in caso di crisi. Intanto la mi- vincoli del Trattato di pace, inserendo l’Italia nel programma di aiuti militari naccia sovietica si materializzava nella squadra del Mediterraneo ed era appog- MDAP (acronimo di Mutual Defense Assistance Programme). Il 4 aprile 1949, giata da una consistente forza aerea che aveva le sue basi sul litorale nord-afri- l’Italia sottoscrisse il Trattato del Nord Atlantico, ribadendo la sua impossibilità cano, imponendo la necessità di adeguare lo strumento navale nazionale. Il a contribuire attivamente all’interno dell’organizzazione e questo portò diplo- bilancio era tuttavia carente e nel 1970, dei 1.510 miliardi destinati alla Difesa maticamente, sul fnire del 1951, alla revoca defnitiva dei vincoli del trattato di l’aliquota devoluta alla Marina fu di soli 200 miliardi, a causa di concezioni pace con il consenso di tutte le nazioni occidentali. Con l’adesione alla NATO, strategiche che privilegiavano le esigenze delle forze aeree e di terra che opera- alla Marina fu assegnato il controllo del mare Adriatico e del canale d’Otranto, vano in difesa del confne nord-orientale. Con gli esigui fondi destinati dal bi- nonché la difesa delle linee di comunicazione marittime nel mar Tirreno. Per lancio della difesa alla marina lo Stato Maggiore preferì concentrare le risorse assolvere a questi compiti, fu realizzato già nel novembre del 1949 uno “Studio disponibili sulle costruzione di nuove unità navali, limitando al massimo i lavo- sul potenziamento della Marina italiana in relazione al Patto Atlantico”, con il ri di ammodernamento sul naviglio in servizio. Il programma a medio termine quale si individuavano le strutture e le modalità di potenziamento della Marina da portare avanti con gli stanziamenti ordinari prevedeva la realizzazione di Militare stessa. La soluzione prospettata, richiese uno sforzo economico non quattro fregate lanciamissili Lupo, due sottomarini Sauro, otto aliscaf Sparviero indifferente, mirato alla ricostruzione e trasformazione del naviglio sopravvis- una rifornitrice di squadra Stromboli, una nave idrografca e altro naviglio d’uso suto al confitto; venne decisa inoltre la fornitura da parte degli Stati Uniti del locale fra cui due rimorchiatori d’altura e dieci costieri, mentre la componente rimanente naviglio per il raggiungimento del complesso di forze necessario: due aerea sarebbe stata potenziata con la graduale acquisizione di 28 elicotteri AB cacciatorpedieniere e tre unità di scorta. Vennero avviati nel 1950 i lavori di ri- 212 destinati alle unità di navali e dodici SH-3D destinati alle basi a terra. Un costruzione/trasformazione di due incrociatori leggeri della Classe Capitani Ro- parziale incremento della forza operativa si ebbe con l’entrata in servizio delle mani, il Pompeo Magno e il Giulio Germanico che venne recuperato nel Cantie- unità della Classe Audace e con l’arrivo dagli Stati Uniti di quattro sommergibi- re di Castellammare di Stabia dopo essere stato auto-affondato dai tedeschi. Le li, e due navi da sbarco, ribattezzate Grado e Caorle. La progressiva radiazione due unità trasformate in cacciatorpediniere conduttori vennero ribattezzate ri- del naviglio più anziano non compensata dall’entrata in servizio di nuove unità spettivamente San Giorgio e San Marco entrando in servizio tra il 1955 e il ed il lento processo di ammodernamento in un’area sempre più diffcile come il 1956. Venute meno le clausole del trattato di pace che vietavano all’Italia il bacino del Mediterraneo, rendeva il compito della Marina Militare sempre più possesso di sommergibili, e con l’ingresso dell’Italia nella NATO, venne anche diffcile. In questa situazione si manifestavano profondi disagi di carattere mo- avviata la ricostituzione della componente subacquea, con il recupero e la messa rale e materiale nel personale che operava in marina e a farsene portavoce fu lo in servizio dei sommergibili Giada e Vortice che ripresero i loro nomi. Questi stesso comandante in capo della Squadra Navale, Ammiraglio Gino Birindelli, due sommergibili costituirono il primo nucleo della forza subacquea della Ma- in una conferenza stampa. Le dichiarazioni di Birindelli provocarono reazioni e rina Militare. Furono proprio i sommergibilisti che si erano formati semi-clan- prese di posizione, come quella in cui ben 800 uffciali in servizio, in una lettera destinamente sul Giada e sul Vortice a prendere in consegna i sommergibili indirizzata al Capo di Stato Maggiore della Marina, esprimevano le proprie opi- della Classe Gato che ribattezzati Tazzoli e Leonardo Da Vinci, furono i primi nioni sullo stato della Marina Italiana, proponendo una serie di iniziative per due battelli. Fu permesso, dopo varie controversie, l’impiego, presso i Gruppi di accelerare un processo di risanamento ritenuto non più rinviabile. Il nuovo Capo volo ASW dell’Aeronautica, di equipaggi misti con personale al 50% della Ma- di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Virgilio Spigai fu costretto, persi- rina. La ricostruzione della Marina con l’aiuto americano, intanto, oltre che con stendo la carenza fnanziaria, a ritirare dal servizio il naviglio più anziano e più la cessione del naviglio dismesso, veniva accompagnato da commesse per la oneroso da mantenere. Una ripercussione negativa si ebbe anche nel programma costruzione presso i cantieri italiani di unità fnanziate con fondi statunitensi. delle nuove costruzioni. Un primo riconoscimento dell’importanza del ruolo Vennero così costruite per la Marina Militare, tra il 1953 e il 1956 tre corvette della Marina Militare si ebbe con la nomina, nel 1972, dell’ammiraglio Eugenio della Classe Albatros, prime unità di scorta costruite in Italia nel dopoguerra, e Henke alla carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ai compiti che tradi- due cacciatorpediniere della Classe Indomito e vennero fnanziate dagli USA zionalmente spettavano alla Marina, se ne aggiungevano altri, come la protezio- anche due delle quattro fregate Classe Centauro entrate in servizio nel biennio ne dei pescherecci nazionali, il rifornimento idrico delle isole minori, operazio- 1957/58 in sostituzione delle Spica che venivano messe in disarmo. Tra le unità ni di ricerca e soccorso ed attività di ricerca idroceanografca. Le esigenze ed i acquistate nel decennio una goletta dalla Francia, nella marina mercantile fran- compiti della Marina, furono pubblicati in un documento intitolato “Prospettive cese era stata adibita a peschereccio per la pesca del merluzzo, che dopo essere ed orientamenti di massima della Marina Militare per il periodo 1974-84”, noto stata sottoposta a lavori di trasformazione venne adattata a nave scuola, ribattez- come Libro Bianco della Marina. Il documento evidenziava come una volta zata Palinuro. Tra le unita minori vi è la costruzione della motocannoniera MC completato il programma costruttivo ordinario, era indispensabile il ricorso ad 490 nei cantieri di Monfalcone che fu un banco di prova per la sperimentazione uno stanziamento straordinario di fondi per consentire la realizzazione di ulte- di idee e soluzioni tecniche, che dopo varie trasformazioni assunse nel 1965 la riori unità indispensabili per mantenere un ragionevole livello di effcienza e confgurazione di motosilurante e venne ribattezzata Folgore. Nella seconda credibilità. Tale documento avrebbe portato di lì a qualche anno alla Legge Na- metà degli anni cinquanta vennero emanate da parte dello Stato maggiore della vale del 1975 che sarebbe stato il presupposto di un sostanziale ammoderna- Marina le direttive per un nuovo programma di potenziamento noto come Pro- mento della fotta della Marina Militare. Il disegno di legge che venne formula- gramma 1958, sempre con la collaborazione degli Stati Uniti. Il Programma to per soddisfare queste esigenze prevedeva uno stanziamento di 1.000 miliardi 1958 prevedeva la realizzazione di: 3 incrociatori lanciamissili e portaelicotteri scaglionati in dieci anni, tramite il quale sarebbe stato possibile l’acquisizione Classe Andrea Doria; 2 cacciatorpediniere lanciamissili Classe Impavido; 4 fre- di nuove unità così ripartite: 1 portaerei leggera, la Garibaldi; 2 battelli Classe gate portaelicotteri Classe Bergamini; 4 sottomarini Classe Toti. Il programma Sauro IIª Serie; 2 cacciatorpediniere lanciamissili; 8 fregate lanciamissili porta- prevedeva anche la ricostruzione/trasformazione dell’incrociatore Giuseppe elicotteri Classe Maestrale; 6 aliscaf tipo Sparviero; 1 unita rifornitore di squa- Garibaldi in unità lanciamissili, e quella del sommergibile Bario. Intanto prose- dra tipo Stromboli; 1 Nave d’assalto anfbio; 10 cacciamine di nuova progetta- guiva il potenziamento della fotta attraverso l’arrivo di unità provenienti dagli zione; 1 nave salvataggio. Vi era poi un’ulteriore aliquota di elicotteri medi e Stati Uniti, tre sommergibili ribattezzati Torricelli, Morosini e Cappellini. Altre pesanti, da destinare sia alle unità portaelicotteri di nuova costruzione che ai grup- quattro unità provenienti dagli USA vennero ribattezzate Etna, Anteo, Bafle e pi di volo basati a terra. La Legge Navale che dava attuazione al programma ven- Cavezzale. Nel 1964 venne ricostituito il battaglione San Marco. Nel biennio ne approvata dal Parlamento il 22 marzo 1975 con un’ampia maggioranza e si ri- 1963/64 entrarono fnalmente in servizio i due Doria e i due Impavido e nel velò di grande importanza anche per l’industria cantieristica nazionale, 1965 il San Giorgio. Nello stesso anno, venne avviata la costruzione dei Toti, permettendo la promozione e l’esportazione di una notevole quantità sia di unità prime unità subacquee costruite in Italia nel dopoguerra. Questi sottomarini la navali sia dei sistemi associati, consentendo alle aziende italiane che operavano cui sigla NATO era SSK sono stati progettati con caratteristiche antisommergi- nell’equipaggiamento delle unità navali di cogliere lusinghieri successi sui merca- bile per fronteggiare i sommergibili sovietici. Realizzazioni signifcative di que- ti di tutto il mondo. Al momento dell’entrata in vigore della Legge Navale la sto periodo furono le fregate elicotteristiche Alpino, le corvette De Cristofaro e, Marina Militare si prodigò per tramutare in atti concreti le linee guida del Libro la più signifcativa del decennio, l’incrociatore lanciamissili portaelicotteri Vit- Bianco e successivamente sancite dal Parlamento, ma l’elevata infazione di quel torio Veneto. Nel 1969 dagli Stati Uniti arrivarono anche due cacciatorpediniere periodo erose in parte il fnanziamento iniziale di 1.000 non consentendo la com- della Classe Fletcher. Le due unità vennero ribattezzate Fante e Lanciere, che pleta realizzazione del programma. Alla fne del 1977 i contratti stipulati dalla però era in condizione talmente disastrose che venne cannibalizzata per pezzi di Marina Militare con i cantieri e le industrie nazionali riguardavano la costruzione ricambio per le unità gemelle. L’espansionismo sovietico nel bacino del Medi- di una nave rifornitrice di squadra, sei fregate lanciamissili Maestrale, due sotto- terraneo venne ulteriormente favorito dal colpo di stato in Libia che aveva por- marini Classe Sauro, una nave di salvataggio, sei aliscaf tipo Sparviero e 27 eli- tato al potere Gheddaf ed in tale contesto diventava crescente l’importanza del- cotteri, impegnando così 765 miliardi dei 1.000 previsti. Tra le unità da appaltare la Marina Militare Italiana, per le forze della NATO che operavano nella regione, ai cantieri, la più costosa era la portaerei Garibaldi il cui costo (...segue pagina 6) Pag. 4 88/2014
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