ITALIA – La Marina Militare e la Protezione Civile

ROMA – Recupero ecoballe

Il Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare, tre unita’ navali specializzate e gli assetti della Guardia Costiera sono pronti ad iniziare le operazioni di recupero delle ecoballe disperse in mare nel golfo di Follonica. E’ arrivata nel porto di Piombino una task force della Marina Militare che, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, inizierà le operazioni tese alla ricerca e recupero delle balle di combustibile solido secondario (eco-balle), che 5 anni fa erano cadute in mare dalla motonave Ivy nelle acque prospicienti la costa toscana. Il dispositivo prevede l’intervento di un team di Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN), di nave Tedeschi, di nave Rimini e nave Caprera del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Piombino. Le attività, che inizieranno immediatamente, prevederanno l’impiego delle capacità di scoperta subacquea del cacciamine Rimini che consentiranno di fornire ai palombari del GOS la precisa posizione di ciascuna eco-balla, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale. Una volta giunte in superficie le ecoballe verranno imbarcate su nave Caprera che provvederà a contenerle a bordo fino alla loro consegna all’impresa individuata dal Coordinatore degli Interventi di Recupero per il loro smaltimento. La Guardia Costiera garantirà la necessaria cornice di sicurezza della navigazione in area di operazioni con l’impiego di proprie unità navali. Le delicate operazioni subacquee si svilupperanno attraverso due distinte fasi d’intervento. La prima, caratterizzata da profondità di lavoro inferiori ai 60 metri, prevederà immersioni in libera dei Palombari del GOS attraverso il supporto di nave Tedeschi che, per l’occasione, imbarcherà una camera di decompressione per garantire lo svolgimento delle attività in piena sicurezza. La seconda fase sarà svolta nei fondali superiori ai 60 metri di profondità grazie all’ausilio di nave Anteo che, attraverso le proprie apparecchiature subacquee per immersione profonda ed alla tecnica dell’immersione in saturazione, permetterà agli operatori di COMSUBIN di concludere il lavoro recuperando le rimanenti ecoballe rinvenute in alto fondale. L’operazione in atto costituisce l’ulteriore esempio della proficua collaborazione del dicastero della Difesa con il Dipartimento della Protezione Civile al servizio della comunità.

APPROFONDIMENTI:

COMANDO DELLE FORZE DI CONTROMISURE MINE

Il Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG), alle dipendenze del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) ha come sede e base operativa La Spezia. I suoi compiti principali sono l’addestramento, la pianificazione e la condotta delle operazioni di lotta alle mine navali mediante la bonifica da ordigni pericolosi delle rotte di accesso ai porti nazionali e dei fondali marini. Il Comando è inoltre responsabile dell’esecuzione delle campagne idrografiche annuali, necessarie per l’aggiornamento della documentazione nautica in supporto all’Istituto Idrografico della Marina Militare. MARICODRAG collabora altresì con il Centro Supporto Sperimentazione Navale (CSSN) di La Spezia e il NATO Science and Technology Organization Centre for Maritime Research and Experimentation (STO – CMRE), assicurando la disponibilità operativa delle proprie Unità Navali dedicate alla ricerca e sperimentazione scientifica. Grazie alle spiccate caratteristiche duali delle proprie Unità il Comando delle Forze di Contromisure Mine è in grado di utilizzare le tecnologie e le tecniche militari di cui dispone, a sostegno di altri Ministeri, Enti e organizzazioni dello Stato, Centri di ricerca ed Atenei. Per lo svolgimento delle missioni assegnate MARICODRAG ha alle proprie dipendenze 2 Squadriglie: La 54^ Squadriglia Dragamine Costieri, composta da dieci Cacciamine, e la Squadriglia Unità Idrografiche ed Esperienze, con alle proprie dipendenze 7 Unità Navali. Di seguito si riportano alcune delle più importanti attività che hanno visto coinvolte le Unità Navali dipendenti nel corso del 2020:

  • Ricerca e Ritrovamento del moto pesca Nuova Iside scomparso il 13 maggio 2020 nella acque antistanti San Vito Lo Capo, condotta da nave Numana con il supporto del Gruppo Operativo Subacquei del COMSUBIN in supporto alle attività della Procura delle Repubblica di Palermo;
  • aggregazione allo Standard Nato Mine Counter Measure Group 2, Forza NATO dedicata al settore delle contromisure mine che ha visto nave Gaeta impiegata nell’ambito di diverse esercitazioni multinazionali in Mar Mediterraneo e Mar Nero;
  • campagna High North 2020 che ha visto impegnata nave Alliance in una campagna di ricerca in Artico, con a bordo un team di ricercatori dell’Istituto Idrografico della Marina Militare, volta alla mappatura dei fondali e all’acquisizione di dati inerenti la colona d’acqua utili per la conoscenza degli oceani e la sperimentazione di nuove tecnologie ecosostenibili;
  • campagna idro-oceanografica 2020: condotta da nave Magnaghi,  nave Aretusa e nave Galatea in zone del Mar Mediterraneo di particolare interesse allo scopo sia di accrescere la conoscenza degli scambi termici tra aria/mare, che consentiranno di prevedere l’evoluzione dei parametri oceanografici sia di aggiornare la cartografia nautica, elemento imprescindibile per la sicurezza della navigazione;
  • attività DEIMOS 2020, condotta da nave Leonardo nelle acque del Mar Ligure a supporto del Centre for Maritime Research and Experimentation della NATO e tesa allo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia nel campo della sorveglianza marittima satellitare.

GRUPPO OPERATIVO SUBACQUEI

I palombari del Gruppo Operativo Subacquei, posto alle dipendenze del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) hanno acquisito la capacità di operare sotto la superficie del mare sino a 1.500 metri con i veicoli subacquei e fino a 300 metri con il palombaro. Le missioni assegnate al GOS sono le seguenti:

  • condurre qualsiasi genere di operazione subacquea tesa alla ricerca, recupero ed intervento lavorativo fino ai massimi fondali consentiti dalle numerose apparecchiature subacquee a disposizione (impianti integrati per immersioni profonde, scafandri rigidi articolati, minisommergibili, robot filoguidati ad altissima tecnologia e qualsiasi gamma di autorespiratore);
  • soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà attraverso le apparecchiature speciali imbarcate sulle navi alle dipendenze di Comsubin o mediante il Nucleo SPAG (Submarine Parachute Assistance Group) trasportato nelle aree del sinistro con elicotteri o aerei militari;
  • effettuare la bonifica degli ordigni esplosivi di qualsiasi natura, convenzionali od improvvisati E.O.D./I.E.D.D. (Explosive Ordnance Disposal/Improvised Explosive Device Disposal), che vengano rinvenuti in contesto marittimo, a bordo delle navi e nelle relative infrastrutture portuali. Solo lo scorso anno sono state ripristinate le condizioni di sicurezza di 145 località italiane effettuando 252 interventi di bonifica d’urgenza, che hanno consentito di rimuovere, attraverso 4.233 ore d’immersione, un totale di 71.970 ordigni esplosivi da nostri mari, laghi e fiumi.

I palombari vantano 170 anni di storia,un’avventura nata il 24 luglio 1849 quando venne istituita a Genova la prima scuola palombari voluta per formare un piccolo nucleo di persone che avesse la capacità di raggiungere i 10 metri di profondità, allo scopo di recuperare ciò che si fosse perso in mare. Alla data del 10 novembre 1910, quando la scuola venne trasferita nell’attuale sede del Varignano, i palombari raggiungevano già i 61 metri di profondità ed avevano le capacità di condurre sia lavori subacquei, sia la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in acqua. Con questa storia ultra centenaria alle spalle, il GOS è l’eccellenza nell’ambito della Difesa nazionale nel contesto delle operazioni subacquee ed estende le proprie capacità anche a numerose attività a favore della collettività soprattutto in ambito sanitario, scientifico e sociale.  Sono stati migliaia sia gli interventi volti alla bonifica dei litorali italiani da ordigni esplosivi residuati bellici, sia i trattamenti di ossigeno terapia iperbarica effettuati a favore di pazienti civili. Il Gruppo Operativo Subacquei rappresenta un punto di forza, nonché elemento di orgoglio per la Marina Militare, infatti grazie alle sue capacità ed alla stretta collaborazione esistente con i diversi dicasteri ed agenzie dello Stato, il GOS viene impiegato in Antartide per coordinare tutte le immersioni che vengono effettuate nell’ambito delle spedizioni italiane organizzate dall’Enea, nelle attività di ricerca e tutela dei beni archeologici subacquei oppure a supporto del Ministero dello Sviluppo Economico per quanto riguarda le attività ispettiva di controllo agli impianti e strutture subacquee delle attività di estrazione idrocarburi off-shore. I palombari sono spesso chiamati ad operare in complesse operazioni subacquee di Protezione Civile, peculiarità che rende tale componente della Marina un vero e proprio strumento complementare al servizio della collettività. Di seguito si riportano alcune delle più importanti operazioni subacquee che hanno visto coinvolti i palombari di Comsubin nell’ultimo decennio:

  • il naufragio della nave passeggeri Costa Concordia (2012);
  • il crollo della torre piloti del porto di Genova (2013);
  • i naufragi più drammatici accaduti negli ultimi anni nel Mar Mediterraneo: Lampedusa (ottobre 2013) e Mediterraneo Centrale (aprile 2015). In particolare, quest’ultima operazione ha visto Comsubin impegnato nella ricerca e recupero delle salme a 370 metri di profondità ed il coordinamento di tutte le attività tese al recupero dal fondo dell’intero relitto (2015-2016). Per questa operazione è stata attribuita alla Marina Militare la Medaglia d’Oro al Merito Civile;
  • la riattivazione del Porto Nuovo dell’isola di Pantelleria (TP), attraverso un innovativa procedura d’intervento, distruggendo un masso ciclopico di 146 tonnellate che, dal 2012, impediva l’attracco dei traghetti e quindi la continuità territoriale con la Sicilia;
  • l’esecuzione di un’immersione, con la tecnica della saturazione, a favore della Soprintendenza della Liguria su di un relitto francese affondato nel 1795 durante la battaglia di Capo Noli (SV) dall’allora Comandante Horatio Nelson. In particolare, quest’ultima operazione oltre ad essere stata un importante momento addestrativo teso a mantenere le capacità di intervento in alto fondale, ha segnato un primato mondiale in quanto ha rappresentato il primo scavo archeologico subacqueo effettuato con la tecnica della saturazione.

NAVE TEDESCHI

Seconda delle due Unità Polivalenti ad Alta Velocità (UNPAV), l’Unità è intitolata al capo di terza classe meccanico della Regia Marina Duilio Tedeschi, decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’affondamento dell’incrociatore pesante Inglese York, avvenuto il 26 marzo 1941 nella baia di Suda a Creta. Varata l’11 maggio 2019 a Messina, è strutturata per le operazioni di assalto navale, garantendo così a Comsubin la gestione del comando e controllo delle operazioni speciali a carattere marittimo attraverso uno strumento moderno che soddisfa i requisiti di mobilità, proiettabilità e capacità di intervento. L’unità, veloce e versatile, è costruita in materiale composito, ed ha una lunghezza di 44,16 m fuori tutto, una larghezza di 8,4 m, un dislocamento di 190 t ed è dotata di un “battellone d’assalto” Rigid Hull Inflatable Boat (RHIB) impiegabile tramite un apposito scivolo collocato a poppa.  Nave Tedeschi può imbarcare anche una camera di decompressione per supportare le operazioni subacquee condotte dal Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin.

NAVE RIMINI

Ultima delle otto Unità Cacciamine Classe Lerici 2ª serie. Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia e dipende, organicamente ed operativamente, dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), per il tramite del Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG) e del Comando 54 ª Squadriglia Dragamine Costieri (COMSQUADRAG 54). Varata il 17 Settembre 1994 e consegnata alla Marina Militare Italiana da parte dei cantieri Navali Intermarine di Sarzana presso il molo Pagliari di La Spezia il 26 novembre 1996, ha ricevuto il suo battesimo operativo con l’operazione Alba Advanced Party nel Porto di Durazzo nel 1997, operando nelle acque territoriali albanesi e contribuendo alla costituzione del corridoio umanitario a favore della popolazione albanese. Nel 1998 ha iniziato la sua attività addestrativa nei mari del Nord Europa, presso il Mine Hunter Order Sea Training (MOST), centro di eccellenza per l’addestramento alla guerra di mine situato ad Ostenda, in Belgio. Nave Rimini è un’unità tipo Mine Hunter Coastal (Cacciamine Costiero) appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali. Per l’esecuzione di tali operazioni l’unità è dotata di un sofisticato sistema sonar che può essere filato sino a 40 metri, e di due veicoli filoguidati (ROV – Remote Operated Vehicle), tramite i quali è possibile rilevare e investigare ogni oggetto che giace sui fondali marini sino a profondità di circa 600 metri. Per questa operazione verrà imbarcato, inoltre, un team deployable specializzato nell’utilizzo del REMUS 100, un sofisticato veicolo autonomo subacqueo (Autonomous Underwater Vehicle – AUV) in dotazione al Comando delle Forze di Contromisure Mine. Questo veicolo, di piccole dimensioni e peso, è dotato di sonar a scansione laterale con elevate prestazioni mediante il quale esplora il fondale dell’area assegnata in maniera autonoma, senza cioè alcun vincolo fisico con l’unità madre, rilevando “immagini” sonar ad alta definizione. Nonostante il principale impiego operativo sia orientato a operazioni di bonifica di aree marine con presenza di ordigni, per le peculiarità che caratterizzano questa tipologia di unità navali, i cacciamine della Marina Militare si prestano anche ad un impiego dual use che permette l’utilizzo delle eccellenze militari a tutto vantaggio e sostegno della vita civile.

NAVE CAPRERA

Nave Caprera, varata nel novembre 1986, è una delle sei unità tipo Moto Trasporto Costiero (M.T.C.), appartenente alla classe Gorgona. Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia e dipende, organicamente ed operativamente, dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), per il tramite del Comando delle Flottiglie Unità Ausiliarie (COMFLOTAUS) e del Comando del 1° Gruppo Unità Ausiliarie (COMGRUPAUS 1). L’unità rappresenta un’efficace compromesso tra capacità di carico e stazza lorda. Il pescaggio limitato (inferiore a 3 metri a pieno carico) consente, inoltre, di raggiungere porti inaccessibili ad unità d’altura. In caso di calamità naturali in prossimità di porti, l’M.T.C. è in grado di trasferire sul sito, mezzi e materiali a supporto delle eventuali operazioni di soccorso alla popolazione civile. Fin dai primi anni, nave Caprera ha svolto un’intensa e differenziata attività, in particolare assicurando il supporto logistico con trasporti interdipartimentali di mezzi e materiali, partecipando ad operazioni ed esercitazioni in ambito sia nazionale che internazionale, a sessioni presso la scuola di Comando Navale di Augusta a favore della formazione dei neo-comandanti ed in attività di promozione e rappresentanza.