Ester Palma: la giornalista ed il “Disertore”

Intervista di Paola Pacifici

Presentazione a Roma

ROMA – Il Corriere della Sera, la televisione, il teatro, i romanzi e poi…?

Ester, hai presentato il tuo ultimo libro “ Il Disertore” ?
 “Il Disertore” racconta la storia di una grande amore fra due giovanissimi, sbocciato nella tragedia della Seconda guerra mondiale: lui è tedesco, ha 19 anni, un passato pesante e un avvenire incerto, essendo scappato dall’esercito. Susanna ha 16 anni e la sua famiglia ha accolto e nascosto in casa Robin. Nonostante le difficoltà e le differenze di cultura, la loro storia resiste alle prove durissime che entrambi dovranno affrontare.

Chi è oggi un “disertore”?
Robin abbandona l’esercito non per vigliaccheria, ma perché non si riconosce nella guerra in corso e nelle sue motivazioni. Forse oggi a disertare sono quelli che pensano con la propria testa e non accettano spiegazioni preconfezionate, anche a costo di pagare di persona.

Nei romanzi, si dice, che ci sia sempre qualcosa di autobiografico, è cosi anche per te?
No, i personaggi, e tantomeno la storia, non mi assomigliano. Non mi ritrovo in nessuno di loro. Non sono una donna particolarmente romantica, ma questa storia mi è nata da dentro e non so nemmeno bene come. Tanto che poi mi sono così appassionata che non volevo lasciare andare i miei personaggi, volevo sapere, io per prima, come andava a finire la storia: così è nata la tetralogia di “Wunderbar”

Leggere un libro è vivere una “vita diversa” dalla propria, una vita che vorresti avere o a volte rivivi una vita vissuta?
Come ho detto, questa storia è completamente diversa dalla mia vita, ma forse mi ha tanto appassionato proprio per questo. Ho vissuto in un altro tempo e in un altro mondo, è stato bello.

Che cos’è, quindi, un libro e quanto sono importanti i suoi messaggi?
Un romanzo, e a volte anche un saggio, è un tuffo in un’altra dimensione. E’ meraviglioso quando una storia ti prende tanto da non riuscire a staccarti: e molti dei miei lettori hanno detto che a loro è successo col mio “Disertore”, una cosa che ovviamente mi fa un immenso piacere. Messaggi? Non so, forse ognuno prende da un libro quello che cerca, quello di cui ha bisogno in quel momento, che sia la semplice evasione o delle risposte ai suoi dubbi. Ogni libro poi diventa anche un po’ di ciascun lettore, ognuno ci vede e legge cose che magari l’autore non aveva pensato o previsto.

La lettura ed i giovani?
E’ un luogo comune che i giovani non leggano. In realtà ne conosco molti, fra cui i miei figli, appassionati della lettura. Fra l’altro anche l’editrice del “Disertore”, Simonetta Caminiti, è giovane e molto preparata e appassionata. “Le Trame di Circe”, la sua casa editrice, è piccola ma sono certa che crescerà moltissimo: tanto impegno e amore non possono non dare frutti.

L’Italia è un Paese “che legge” in Europa?
Le statistiche mi sembra dicano che in Italia non si legge moltissimo. Ma credo sia anche per la difficoltà delle case editrici più grandi a puntare su nomi nuovi e su temi più vicino alla sensibilità della massa dei lettori, soprattutto giovani. Purtroppo molti non sono stati “educati” al piacere dei libri, a casa e nemmeno a scuola, dove spesso vengono proposti testi che non parlano al cuore dei ragazzi. Sono pochi gli insegnanti davvero in gradi di trasmettere l’amore per la lettura e i risultati si vedono.

Come sono cambiati i “gusti” dei lettori… e i classici?
Credo che in questo periodo di crisi e di sofferenza legato alla pandemia i lettori abbiano bisogno soprattutto di svagarsi, di sorridere, di evadere. Di problemi e riflessioni cupe ne abbiamo già abbastanza. Il che spiega anche il piccolo successo di una storia d’amore “altra” come la mia. I classici? E’ incredibile che in molti abbiano letto l’ultimo libro del romanziere spesso ospite in tv e non magari “Guerra e pace” o Dickens, Flaubert, Dostoevskij o anche la mia amata Jane Austen, vera maestra di vita e di pensiero.

700 anni fa moriva Dante Alighieri, cosa rimane e cosa ci ha lasciato la Divina Commedia? Si dice che Dante sia stato il primo “giornalista”, perché i suoi testi sono interviste e dove ognuno racconta la sua storia alle sue domande. Quale personaggio ti piace di più…Ed il tuo “Disertore” in che girone lo metteresti?
Sì, se così si può dire, Dante è stato davvero un cronista, preciso e puntuale nel raccontare i suoi personaggi, cui pone domande che scavano nell’anima di tutti noi. Il mio “Disertore”? E’ uno che ama in maniera assoluta, tanto da essere pronto a dare la sua vita per proteggere la sua Susanna: forse dopo avere tanto sofferto in vita, lo manderei in Paradiso, chissà.

Io dico sempre che dobbiamo vivere due vite, “una per imparare e una per vivere con quello che abbiamo imparato” è così?
Sì, assolutamente. E’ che purtroppo non accade mai nella realtà: si vive una volta sola e impariamo le cose mentre le facciamo. Ma forse è proprio questo il bello…

Ester, tu hai tre bellissimi ma soprattutto bravissimi figli: Maria Sofia è un’attrice, Federico un imprenditore nel settore finanziario, Giada una studentessa di Psicologia. Quale frase hai detto e ripeti di più ai tuoi figli?
Ho sempre detto loro, da quando erano piccoli, di cercare di capire cosa amavano veramente e di farne un lavoro, o almeno di provarci. E’ la stessa cosa che ho fatto io con il giornalismo e la scrittura in generale. Se ti piace veramente quello che fai rendi meglio e sicuramente sei più felice.

“Ho incontrato molte maschere e pochi volti” dice Pirandello. E tu quante ne hai incontrate fino ad oggi?
Tante, ma ho incontrato anche tantissime persone generose e affettuose: con qualcuno siamo diventati amici, purtroppo non con tutti per mancanza di tempo e possibilità. Anzi, se devo fare un bilancio, credo sia positivo. Soprattutto le mie amiche sono state e sono per me vere ancora di salvezza nei momenti “giù”. E poi ho anche la fede a aiutarmi molto: sono cattolica praticante e la ritengo una gran fortuna, anzi una grazia.

Giornalista del Corriere della Sera, la televisione, il teatro, i romanzi, ma dove c’è di più Ester Palma?
In tutto quello che faccio, proprio perché come dicevo, ho avuto la fortuna di poter fare come mestiere esattamente quello che mi piaceva fare, cioè scrivere. Sono linguaggi diversi, certo, ma la passione è la stessa.

Nelle tue prossime presentazioni, devolverai parte del ricavato delle vendite del tuo libro in beneficenza a favore delle Associazioni che aiutano le donne in difficoltà e i disabili e a tutte quelle associazioni e istituzioni necessitate. Perché tu vuoi che nessuno debba essere un “disertore”?
Sì, ho molto a cuore il tema dell’assistenza alle persone più fragili, sono felice di poter dare un mio contributo. Perché nessuno si senta mai fuori posto in questa società.