Con San Francesco e la primavera

LONDRA – “Un Grande” per una mostra alla National Gallery 
A primavera alla National Gallery di Londra si aprirà la prima grande mostra nel Regno Unito che esplora la vita e l’eredità di San Francesco d’Assisi, una delle figure più ispiratrici e venerate della storia. Curata dal direttore della National Gallery, Gabriele Finaldi, e da Joost Joustra, Ahmanson Research Associate Curator in Art and Religion presso la National Gallery stessa, la mostra “Saint Francis of Assisi” riunirà dal 6 maggio al 30 luglio 2023 i dipinti della collezione della National Gallery di Sassetta, Botticelli e Zurbarán insieme a prestiti internazionali tra cui opere di Caravaggio, Murillo e El Greco, oltre ad opere di Stanley Spencer, Antony Gormley, Andrea Büttner, e del maestro dell’Arte Povera Giuseppe Penone, nonché un nuovo lavoro di Richard Long. In mostra oltre quaranta opere d’arte provenienti da collezioni europee ed americane pubbliche e private, che coprono oltre sette secoli. Le opere spaziano da pannelli dipinti medievali (molti precedenti ai primi dipinti della National Gallery), a reliquie e manoscritti e persino un fumetto Marvel. La rassegna vuole far luce su come San Francesco ha catturato l’immaginazione degli artisti, su come la sua immagine si è evoluta nel corso dei secoli e su come il suo messaggio universale abbia trasceso i secoli, i continenti e le diverse tradizioni religiose. Francesco nasce da un ricco mercante di seta. Vive la vita tipica di un giovane ricco, ma cresce in lui un senso di disillusione verso il mondo che lo circonda. Eventi come la sua esperienza traumatica di guerra, la prigionia e una malattia prolungata lo portano a rivalutare il suo modo di vivere. Una visione mistica di Cristo nella chiesa di San Damiano e l’incontro con un lebbroso sono momenti che gli cambiano la vita. Rinuncia a tutti i suoi beni, all’eredità e al patrimonio, abbraccia la vita da penitente seguendo le orme di Cristo e fonda l’Ordine dei Frati Minori. Nel 1224 riceve le stigmate (ferite che compaiono sul corpo negli stessi punti di quelle inflitte sul corpo di Gesù in croce). Questi eventi contribuiscono a divulgare la sua popolarità come predicatore, pacificatore, paladino dei poveri, dei primi ambientalisti e dei radicali sociali. La vita e i miracoli di Francesco si prestarono alla creazione di un ricco immaginario e furono una grande fonte d’ispirazione per gli artisti. Oltre a quelli del Nuovo Testamento, Francesco è probabilmente il santo più rappresentato nella storia dell’arte e la popolarità del movimento francescano è cresciuta di pari passo con la rapida diffusione dell’immaginario, da parte di alcuni dei più grandi artisti, che raccontano la sua figura e leggenda. Gli storici dell’arte ritengono che, solamente nel secolo successivo alla sua morte, potrebbero essere comparse circa ventimila immagini di Francesco, senza contare quelle in manoscritti miniati. La prima sala dell’esposizione introduce Francesco attraverso opere come quella di Francisco de Zurbarán, San Francesco in estasi (1635 – 9, National Gallery), che mostra il santo in meditazione profonda nel suo saio rattoppato, ma anche evocazioni più contemporanee. Opere come quella di Antony Gormley Senza titolo (per Francesco), (1985, Tate) assumono una forma più astratta, mantenendo solo le stigmate e il gesto di Francesco. L’opera di Richard Long, River Avon Mud Crescent (2023), trasforma il materiale più umile, il fango, in qualcosa di spettacolare e carico di simbolismo mentre il lavoro commissionato per la mostra, A Walk for Saint Francis, registra una serie di esperienze e visioni con parole disposte in un semplice schema circolare. Nella seconda sala, i pannelli di Sassetta per la pala di San Sepolcro (1437 – 44, National Gallery) mostrano una delle più celebri “biografie visive” del santo, seguendo le orme delle prime biografie scritte da Tommaso da Celano e San Bonaventura. Mentre cresceva la popolarità del movimento francescano, aumentava anche il numero di Frati Minori, nome che Francesco aveva dato ai suoi seguaci, che si sparsero poi per tutta Europa, stabilendo conventi di frati, costruendo chiese francescane sempre più grandi e commissionando decorazioni pittoriche che davano grande importanza al loro fondatore, favorendo così la produzione artistica ed architettonica in un periodo critico di cambiamenti nel campo artistico che portarono al Rinascimento. Uno dei paradossi dell’arte francescana è che alcune delle più straordinarie chiese del tardo Medioevo, con i loro monumenti, cappelle funerarie, pale d’altare e affreschi, siano state create da un ordine di frati mendicanti, che abbracciavano la povertà. Nella terza sala della mostra sono riunite alcune delle prime opere dedicate a Francesco, tra cui un retablo che mostra San Francesco e i miracoli postumi (1253 circa, Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi) ma anche opere successive ispirate da quest’antica tradizione, come San Francesco d’Assisi con gli angeli (circa 1475 – 80) di Sandro Botticelli (National Gallery). I disegni di Matthew Paris nella Chronica maiora (Parker Library, Corpus Christi, Cambridge) presentano alcune delle prime raffigurazioni inglesi di San Francesco. Dopo il Consiglio di Trento, tenutosi fra il 1545 e il 1563, l’immaginario di Francesco sboccia con un’intensità rinnovata, trasformandosi in uno dei santi più rappresentati, competendo con la capillarità della sua effigie nel XIII e XIV secolo. Nella sala quattro della mostra, sono esposti dipinti che esplorano il misticismo di Francesco in modi nuovi, tra cui San Francesco che riceve le stimmate di El Greco (1590?5, National Gallery of Ireland), San Francesco che abbraccia il Cristo crocifisso di Bartolomé Esteban Murillo (1668?9, Museo de Bellas Artes, Siviglia) e il primo capolavoro di Caravaggio, San Francesco d’Assisi in Estasi (1595 circa, Wadsworth Atheneum, Hartford). Francesco credeva che la natura fosse lo specchio di Dio. Chiamava tutte le creature suoi “fratelli” e “sorelle”, predicò anche agli uccelli e si dice che persuase un lupo nella città italiana di Gubbio a smettere di attaccare gli abitanti del posto se avessero accettato di nutrire l’animale. Vedeva Dio riflesso nella natura. Nell’inno che compose, il Cantico del Sole, ringrazia Dio per Fratello Sole, Sorella Luna, Fratello Vento, Acqua, Fuoco e Terra. Molte delle storie sulla vita di Francesco raccontano che provava un grandissimo amore per gli animali e per la natura e queste storie sono state enormi fonti d’ispirazione artistica. Alcuni ottimi esempi sono esposti nella sala cinque della mostra, quale Frate Francesco e Frate Sole (1878 – 86, The Castle Howard Collection), Vogelpredigt (Sermone agli uccelli) di Andrea Büttner, (2010, collezione privata) o Albero porta-cedro di Giuseppe Penone, (2012, cortesia di Giuseppe Penone, Torino e Gagosian). Al momento della sua morte nel 1226 i suoi seguaci predicavano il suo messaggio in tutta Europa e oltre. Ma Francesco già si era dimesso dalla direzione del suo ordine, costernato dalla deriva sempre più mondana e materialista che il suo ordine stava prendendo, mentre si trasformava in un sostegno portante della Chiesa ufficiale. La sala sei della mostra esplora le scelte radicali di Francesco con oggetti che vanno da una fenomenale reliquia, l’abito di Francesco da Santa Croce a Firenze, a una serie di litografie di Arthur Boyd (1965, The British Museum), a Sacco di Alberto Burri (1953, Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, Città di Castello) e San Francesco del Fra Angelico davanti al Sultano (1429, Lindenau Museum Altenburg). Nel 1228, Francesco è dichiarato santo da Papa Gregorio IX. A Santa Chiara (16 luglio 1194 – 11 agosto 1253), una delle prime seguaci di Francesco, è dedicata una piccola sezione della mostra. Dopo la sua morte, l’ordine da lei fondato fu ribattezzato Ordine di Santa Chiara, conosciuto oggi come monache clarisse. Saranno esposte opere come quella di Giovanni di Paolo, Santa Chiara che salva un bambino sbranato da un lupo (1455 – 60, The Museum of Fine Arts, Houston) e quella di Josefa de Óbidos, Presepe con San Francesco e Santa Chiara (1647, collezione privata). San Francesco di Assisi continua ad essere una figura ispiratrice ed attraente sia per i cristiani sia per i non cristiani, per i pacifisti e gli ambientalisti, per coloro che reclamano giustizia sociale, per utopici e rivoluzionari, per gli amanti degli animali e coloro che lottano per la solidarietà umana. “Il radicalismo spirituale di Francesco, il suo impegno a favore dei poveri e la solidarietà umana, il suo amore per Dio, la natura e gli animali che potremmo chiamare ambientalismo embrionale, nonché il suo impegno per la pace tra nemici e l’apertura al dialogo con le altre religioni sono temi che risuonano ancora oggi in noi e ne fanno una figura di enorme attualità per i nostri tempi”, osserva Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery. “La storia delle immagini di San Francesco è anche la storia di come Francesco è stato percepito nel tempo. Una molteplicità di diversi tipi di Francesco è emersa nel corso dei secoli man mano che diversi aspetti della sua persona sono stati enfatizzati, adottati, promossi e, inevitabilmente, anche appropriati e manipolati. Questa mostra esplora alcuni aspetti di questa affascinante storia”. “Dalla sua Umbria natale, l’immagine di San Francesco si è diffusa velocemente fino a diventare un fenomeno globale. Dalle prime biografie duecentesche scritte da Thomas di Celano e da San Bonaventura, dalle prime pale d’altare e dagli affreschi dipinti (come quelli attribuiti a Giotto e ai suoi collaboratori nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi), la vita di Francesco divenne un esempio degno d’imitazione e ancora oggi una fonte continua di fascino artistico”, il commento di Joost Joustra, the Ahmanson Research Associate Curator in Art and Religion at the National Gallery. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione completamente illustrata e da un programma di conferenze, eventi, attività e contenuti digitali.