Un Orsomatto…..sardo a Madrid
Entrando nel locale mi ritorna alla mente immediatamente il ricordo dei casotti del Poetto di Cagliari. Quelle casette in legno tanto legate ai ricordi dei cagliaritani, con colori sgargiandi che nel tempo, poco a poco il sole, la sabbia, l’acqua andavano scolorendo, in quella che ogni estate diventava la casa di villeggiatura per tante famiglie, per suggellare ogni anno il loro amore e legame con il mare. Questo “casotto” immaginario è a Madrid e si chiama “Orsomatto”, un ristorante “familiare”… un ambiente accogliente, semplice, insieme al calore umano che si respira, che ti fa sentire come un amico di sempre. Lui, il sardo che sono venuto a salutare e a conoscere mi abbraccia con affetto, con indosso il berretto da chef, in questo caso nero, che ricorda un po’ sa berritta, un accordo elegante in sintonia con la fantasia cromatica del locale. Si chiama Beppe Murru (Giuseppe per l’anagrafe), di Quartucciu, 50 anni, diplomato perito agrario. Mi invita ad accomodarmi, scusandosi per non attendermi subito avendo i clienti che lo reclamano, affollando come tutti i giorni il ristorante all’ora del pranzo. Approfitto così per dare uno sguardo al menù, la proposta principale che caratterizza il ristorante sono le “piadine”, elencate in tante svariate combinazioni. Beppe, in una pausa, mi racconta che l’idea di mettere su un’attività culinaria venne insieme al suo socio spagnolo, Manuel Perez (architetto che con la crisi economica si era ritrovato senza lavoro), per offrire al pubblico un luogo, una piacevole pausa, per sentirsi “come in casa” offrendo la qualità dei piatti elaborati artigianalmente. Ritrovare i sapori “di un tempo”, puntando quindi sulla “piadina”, genere culinario che mancava nei ristoranti madrilegni, una “casa italiana” per attrarre l’esigente cliente spagnolo alla ricerca di nuove proposte. Ogni giorno, di buona lena, Beppe affronta con energia e passione il lavoro preparando il piatto del giorno (normalmente una o due scelte, sempre però pasta fresca) e i “dolci della nonna”, squisite torte, originali o classiche, applicando e rinnovando le conoscenze ereditate in casa quando era un giovane adolescente. Studente di agraria a Cagliari, una volta terminati gli studi, come molte volte succede, Beppe trovò lavoro come venditore, al Carrefour del capoluogo sardo, attività che gli servì per sviluppare ed apprezzare il contatto con il pubblico. Ma il desiderio di confrontarsi con se stesso lo portò a lasciare l’Isola e puntare su Madrid dove sei anni fa fù assunto dalla Nokia, e da qui, la prima esperienza professionale con la cucina lavorando come cuoco presso una piccola congregazione religiosa. Fu questo il trampolino di lancio, confermate le capacità di destreggiarsi con le pentole e d’accordo con Manuel, decisero di proporre le sue capacità al grande pubblico per cui, individuato il locale nel quartiere di Arguelles/Moncloa nella calle Gatzambide (il nome di una città Basca), decisa la decorazione (i ricordi dell’infanzia di Beppe convinsero il socio ad adottare i colori del Poetto…), da più di un anno il desiderio è quindi diventato realtà, informando ogni mattina, attraverso Facebook e Instagram, il piatto del giorno. In un’altra pausa, tra servire un tavolo e l’altro, salutare i clienti, Beppe mi conferma che la scelta di Madrid, sia per il lavoro che per la qualità della vita, è stata per lui la scelta migliore. Decido di provare a questo punto una delle piadine del menù, e mentre aspetto il cibo conosco Roberto Argiolas, monserratino, cuoco che collabora dall’anno scorso con l’Orsomatto e che ha deciso di ritornare in Sardegna. Nonostante la positività dell’esperienza madrilegna per lui il desiderio di ritornare a vivere e ritrovare le amicizie di un tempo è più importante del rischio di dovere affrontare le solite difficoltà di chi vive nell’Isola. Consumata l’ottima piadina che mi ha riportato i ricordi alla cucina del “bel Paese” saluto Beppe, Manuel e Roberto, lasciandomi alle spalle un angolo di Cagliari, in pieno centro a Madrid.
Luciano Cadeddu