Antonio Cenini: l’Italia è sempre con me

BRUXELLES – Funzionario della UE e tante attività sociali: sono la sua vita

Intervista di Paola Pacifici

Antonio Cenini con Alain Juppé nell’assemblea dei sindaci delle città europee a Venezia

Antonio Cenini, le tue attività nell’ambito della Comunità Europea a Bruxelles?

Attualmente sono distaccato presso il segretariato della commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento Europeo con la responsabilità dei dossier di politica industriale, alcuni molto sensibili in questo difficile momento storico come quello sui microchip e quello sulla carenza di materie prime, ma nel mio percorso a Bruxelles ho avuto la fortuna di servire anche per la Direzione Generale Industria della Commissione UE, il Joint Research Centre e per la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE.

Fra tutti i tuoi incarichi quali quelli che ti sono più congeniali?

Quelli che mi consentono di mettere in relazione il sistema politico e amministrativo nazionale italiano con il sistema decisionale europeo. Spesso incontro amministratori locali italiani, sindaci, assessori, rappresentanti di aziende e parlando con loro mi rendo conto di come sia ancora troppo bassa la consapevolezza delle opportunità straordinarie che offre una piena e consapevole partecipazione alla dimensione europea. Analogamente, in Europa ci sono ancora troppi pregiudizi rispetto all’Italia e spesso si stupiscono quando scoprono le nostre numerose eccellenze. É bello e molto gratificante poter contribuire con il proprio lavoro ad avvicinare l’Italia all’Europa e viceversa, per entrambe non esiste un futuro al di fuori di una piena integrazione.

Che cos’è il Consiglio Generale Italiani Estero di cui fai parte?

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie), è l’organo consulente del governo e del Parlamento italiani sui grandi temi di interesse per gli italiani all’estero. Si compone di 94 consiglieri in rappresentanza delle comunità degli italiani residenti all’estero in tutto il mondo, di cui 65 eletti direttamente all’estero e 29 di nomina governativa. Dovrebbe garantire la “partecipazione” attiva alla vita politica del paese da parte delle collettività italiane nel mondo e allo stesso tempo il loro collegamento permanente con l’Italia e le sue istituzioni ma per molteplici ragioni, la pandemia, le trasformazioni strutturali e culturali dei nuovi flussi di emigrazione l’associazionismo di tipo tradizionale è entrato in crisi e non rappresenta più la realtà moderna delle nuove comunità degli italiani all’estero.

Presidente del Circolo Esperia a Bruxelles?

Nel 2019 con un gruppo di amici e professionisti che si riconoscono nei valori del Partito Popolare Europeo abbiamo dato vita nel 2019 al Circolo Esperia, una rete di professionisti e un progetto culturale finalizzato alla costruzione e al rafforzamento di una piattaforma comune di riferimento per il Centrodestra europeo di governo, basata sui valori del pluralismo democratico, dello Stato di diritto, della non discriminazione, della tolleranza, dell’economia sociale di mercato. Organizziamo convegni e conferenze per promuovere un’idea di europeismo basato sul principio di sussidiarietà e l’atlantismo come cardine delle relazioni internazionali. É ed è bello constatare oggi, dopo soli tre anni di attività del Circolo Esperia, che sono sempre di più gli amici interessati alle nostre attività.

Fondatore Associazione Genitori Scuola Europea Bruxelles? Chi sono i genitori e gli alunni di oggi?

Quando arrivai a Bruxelles nel 2004 stavano per aprire la quarta Scuola Europea, visto il numero sempre crescente di bambini “europei” bisognosi di scolarizzazione a Bruxelles. Da genitore di tre figli partecipai quindi alla fondazione dell’Associazione Genitori della Scuola di Bruxelles IV, scoprendo un modello di partecipazione dei genitori alla vita della Scuola a me totalmente sconosciuto sino ad allora. Nelle Scuole Europee infatti tutti i servizi tipo mense, scuolabus, attività extrascolastiche sono direttamente gestiti dall’Associazione dei Genitori, anche sul piano finanziario ed organizzativo e l’impegno necessario per l’avvio di una nuova Scuola è molto grande, così come il tempo da dedicare su base puramente volontaria, ma per due o tre anni è stata una delle esperienze più intense e gratificanti come genitore. Inoltre la rete delle Associazioni Genitori delle diverse Scuole europee in tutta Europa è molto efficace, l’ho sperimentato personalmente quando mia figlia ha fatto uno scambio di sei mesi con la Scuola Europea di Alicante.

Che cos’è oggi l’Europa, cosa dovrebbe essere. L’Italia e l’Europa: l’Italia è europeista o europea?

L’integrazione europea è un percorso imprescindibile squandoe vogliamo trasmettere alle generazioni future il nostro modello di civiltà, il pacchetto di valori descritti sopra  parlavamo del Circolo Esperia. Essere europeisti oggi significa rafforzare l’Europa e le sue alleanze internazionali, nel rispetto dell’interesse nazionale, recuperando una piena sovranità industriale, tecnologica e militare europea. L’Italia è la culla dell’Europa e l’origine del modello di civilizzazione europea. Come dicevo, serve promuovere a tutti i livelli un rapporto più maturo, consapevole e responsabile dell’Italia con l’Europa e bisogna affermarlo con chiarezza, in questo modo l’appartenenza al progetto europeo non significa indebolire la nostra sovranità nazionale, quanto piuttosto rafforzarla rendendola più resistente alle crescenti pressioni del mondo circostante. Il Mediterraneo ad esempio deve tornare a essere un baricentro di opportunità, non un crogiolo di instabilità.

Come italiano che vive e lavora all’estero cosa ti manca di più della tua Reggio Emilia e cosa dell’Italia non manca mai nella tua vita?

Fortunatamente ho spesso l’occasione di tornare a Reggio Emilia, sede dei miei più cari affetti familiari e delle mie più antiche amicizie. Della mia Reggio mi mancano la dimensione umana e rassicurante, gli aperitivi in centro con gli amici e gli spostamenti in bicicletta. Dell’Italia a Bruxelles non mancano mai i prodotti tipici nazionali, la buona cucina, i quotidiani nazionali, i bei film italiani, il calcio italiano (sono tifoso dell’Inter e della nazionale!) e la Messa in italiano al Foyer Catholique.

Quanta Italia c’è nella tua famiglia?

Direi il 100% anche se due dei miei tre figli sono nati a Bruxelles, ma sono e si sentono tutti italiani “di ampie vedute”, siamo italiani d’Europa.

Come padre che consigli dai ai tuoi tre figli e qual è la frase che gli ripeti più spesso?

Noi genitori passiamo la vita a dare consigli ai nostri figli, con l’impressione che spesso non vengano ascoltati! In effetti la frase che ripeto più spesso è che devono ascoltare i consigli ma alla fine devono decidere con la loro testa, senza farsi condizionare troppo nemmeno dai genitori. Inoltre, non mi stanco di dire che il rispetto per tutti non deve mai mancare e che chi la pensa diversamente da noi in fondo è un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo.

Secondo te, Antonio, “quanta e quale Italia manca in ogni paese europeo”?

In ogni Paese europeo c’è tantissima Italia, la migliore Italia fatta dell’operosità e della creatività dei nostri concittadini, dei nostri prodotti di eccellenza, della nostra arte e della nostra cultura straordinarie. Se devo indicare qualcosa che manca è piuttosto una presenza più forte e proattiva dello Stato e delle Istituzioni italiane, soprattutto in difesa e a tutela dei cittadini italiani che vivono all’estero più deboli e fragili. Questo può e deve cambiare.

Io dico sempre che bisogna vivere due vite.. “Una per imparare e la Seconda  per vivere con quello che si è imparato”. È così’?

Probabilmente sì e io allora mi trovo nella seconda fase e desidero mettere a disposizione del prossimo tutto quanto imparato nella prima vita…

Gli italiani che lavorano e vivono all’estero rendono l’Italia orgogliosa, la nostra cultura, la nostra educazione, la nostra sensibilità fanno gli italiani unici ed è per questo che assieme alla grande professionalità rappresentano con successo la nostra Italia. Tu sei uno di loro, quanto ti fa piacere e ti inorgoglisce rappresentare l’Italia all’estero? Mi piacerebbe che tu mandassi un messaggio attraverso la tua intervista a tutti gli italiani che lavorano e che vivono in un Paese straniero portando sempre con se la nostra e la loro “italianità”.

Lavoro a Bruxelles da quasi vent’anni e non mi stanco di ripetere che è stato un grandissimo privilegio e un grande orgoglio poter rappresentare per tutto questo tempo gli interessi del nostro amato Paese in Europa. Come me, milioni di italiani che vivono e lavorano all’estero promuovono ogni giorno l‘Italia e l’italianità con il loro lavoro, il loro ingegno e la loro umanità, sentendosi però troppo spesso dimenticati e persino abbandonati dall’Italia. Il messaggio che voglio mandare a tutti loro, a tutti noi, è che l’Italia ha bisogno di noi, oggi più che mai, in ogni campo, nell’economia, nella politica, nella cultura. Facciamo ogni sforzo possibile per unirci, per fare sistema, per dare il massimo come se giocassimo la finale con la maglia azzurra della nazionale italiana! Ascoltiamo e sosteniamo chiunque lavori per unire, perché se siamo uniti noi italiani non ci batte nessuno.